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Immagine del redattoreJohann Merrich

Florian Schneider-Esleben

Aggiornamento: 19 feb 2021

Sei parole chiave per ricordare i Kraftwerk e alcuni bizzarri aneddoti che forse non sapevi.




1. Mercedes



A metà degli anni Settanta, David Bowie era seriamente ossessionato dai Kraftwerk, tanto che cercò in tutti i modi – senza risultato – di convincere i ragazzi di Düsseldorf a realizzare un album con lui. Intervistato da a Rolling Stones, Bowie confessò:


Il mio gruppo preferito è una band tedesca che si chiama Kraftwerk che suona musica basata sul rumore per aumentare la produttività. 

Durante uno dei suoi primi tour europei, leggenda vuole che Bowie viaggiasse esclusivamente in Mercedes (auto preferita di Florian, fiero detentore di una velocissima replica della Mercedes 600 presidenziale) ascoltando solo Autobhan a tutto volume.




2. Asparagi



Bowie fece conoscere i Kraftwerk all'amico Iggy Pop, all'epoca ventottenne, quando i due andarono assieme in tour in Europa.


Il pezzo di riferimento per me era Radio Activity. Andavo a dormire ascoltando il Geiger Counter. 

Iggy Pop ricordò anche di aver incontrato Florian per le strade di Düsseldorf e l'androide tedesco gli si rivolse così: "Se ti piacciono, è stagione di asparagi e sto andando al mercato a sceglierne un po', ti va di venire?". Il musicista statunitense si lasciò convincere e trascorse così un giorno bellissimo.




3. Schiavitù 



Ieri mi ha telefonato un amico e mi ha detto che ci sono grossi problemi tra Florian e Ralf. Ralf dirige la band senza Florian, e Florian vorrebbe fare musica proprio senza Ralf, ma lui non glielo permette. Sono al lavoro degli avvocati. Un avvocato dice una cosa, un avvocato ne dice una diversa e i Kraftwerk hanno un accordo con la Emi Elektrola per un altro disco. Quando quest'album sarà pronto, Florian sarà libero, potrà lasciare il gruppo e fare la propria musica, ma non prima. È uno schiavo dell'industria discografica. 

(Eberhard Kranemann)




4. Disco Music



A metà degli anni Settanta, Florian era convinto che Giorgio Moroder stesse saccheggiando il sound dei Kraftwerk; quando un giornalista gli chiese "Che ne pensi di Giorgio Moroder? From Here to Eternity è piuttosto vicina a quel che fate voi" Florian rispose:

"Sì, in Germania alcune persone mi hanno chiesto se era il nostro nuovo disco".


Moroder però non era per nulla interessato al plagio delle produzioni del gruppo tedesco. Nel 1977 affermò:


Mi piacciono molto i loro suoni perché sono molto puliti, ma non amo così tanto le loro canzoni. A volte sono troppo semplici dal punto di vista musicale. Pensano ancora che con una melodia orecchiabile e un sintetizzatore si possa realizzare un brano di successo. 

 


5. $$ Cash $$



Eberhard Kranemann, componente dei Kraftwerk  per i primi 5 anni di vita della band, ne ricorda così i primordi:


La sfarzosa casa di Florian fu il luogo dove nacquero le prime espressioni musicali. Florian Schneider-Esleben era un ragazzo con dei genitori molto ricchi. In casa avevano di tutto: champagne, un sacco di cose da mangiare e da bere. Florian era cresciuto in mezzo a un sacco di quattrini e questo aspetto fu importante per lo sviluppo dei Kraftwerk, perché gli altri musicisti non avevano soldi e lui invece ne aveva un sacco. Abitava in una villa nella migliore zona di Düsseldorf. Per gran parte del tempo i suoi genitori non erano a casa. Avere denaro da spendere metteva in condizione Florian di immergersi nella sua grande passione adolescenziale: la musica. Acquistava le ultime novità in fatto di elettronica. Non le aveva nessuno. Era l'unico a possederle in Germania.



6. Korrekt



Il taglio di capelli e l'abbigliamento dei Kraftwerk divenne centrale per la loro immagine; come affermò Karl Bartos:


L'immagine iniziale nasceva da Ralf. Lui voleva che fosse chiaro il fatto che i Kraftwerk erano diversi dagli altri gruppi e voleva che assomigliassero a un ensemble d'archi. A me non piaceva molto. Ho sempre pensato che vestito a quel modo sembravo un impiegato di banca. I Kraftwerk mantenevano la stessa immagine contegnosa anche quando non erano "in servizio". Erano abbastanza riconoscibili in città. Avevano una loro cricca e le persone che li circondavano sembravano tutte uguali, perché si vestivano allo stesso modo, per lo più in nero. I Kraftwerk hanno sempre portato questi abiti perfetti stile anni Sessanta. Un sacco di persone portavano i pantaloni a zampa di elefante, i capelli lunghi, la barba, i parka e cose del genere. I Kraftwerk invece erano sempre korrekt.

Parlare di Kraftwerk significa affrontare un lungo e complesso discorso sulla rifondazione della cultura di un paese devastato dalla guerra, sulla popolarizzazione della tecnologia elettronica, sull'alienazione propria del capitalismo e sulle visioni non troppo distopiche del nostro futuro.


Significa intrecciare un gigantesco arazzo fatto di contaminazioni provenienti da continenti diversi, di linguaggi e teorie musicali.



 


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Per saperne di più:


David Buckley, Kraftwerk Publikation, Arcana, Roma 2012. [Principale fonte di questo articolo]






 


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