Se conoscessimo davvero la storia così per com'è andata – e non con una visione che discrimina una minoranza uccidendone le memorie e negandone il privilegio dell'esistenza, l'impiego delle donne nell'universo della radiofonia non desterebbe alcuna meraviglia.
Come in molti altri rami della tecnologia e della scienza, le donne furono parte attiva dello sviluppo della radiocomunicazione, iniziata con l'avvento del telegrafo: sin dal 1840, lavorarono abitualmente come operatrici della comunicazione senza fili e il passaggio alle tecnologie successive fu una naturale conseguenza dell'evoluzione dei mezzi a disposizione.
Per iniziare a scoprire le radici di questa storia nascosta sarà utile conoscere la figura di Hugo Gernsback (1884-1967), pioniere dell'elettronica e appassionato di elettricità.
Inconsapevole genio del marketing, Gernsback è stato il fondatore della prima rivista al mondo di elettronica: nel 1908 creò Modern Electrics per alimentare l'immaginazione progettuale dei clienti del suo negozio, una delle poche attività d'importazione dall'Europa di componenti elettronici.
Amico di Nikola Tesla – del quale conservò la maschera mortuaria, Gernsback è stato anche l'inventore del termine Sci-fi (sciencefiction) che nacque ufficialmente nel 1925 grazie alla nuova rivista Amazing Stories. Dedicata esclusivamente ai racconti di fantascienza, Amazing Stories fu l'evoluzione della precedente The Electrical Experimenter (1913), avventura editoriale che lo portò per primo a proporre ai lettori una miscellanea di racconti di fantascienza e articoli di giornalismo scientifico.
Ma cosa c'entrano le riviste Gernsback con questa storia?
Dedicate al mondo dei radioamatori sperimentali e agli appassionati di nuove tecnologie, le riviste di Gernsback cambiarono la vita di molte persone, come accadde a Kathleen Parkin (1901 - 1990), tra le prime donne – e senza dubbio la più giovane – a ottenere una licenzia di operatore radio che le diede diritto di aggiustare e mantenere trasmettitori per l'aviazione, la marina e i servizi pubblici.
La passione di Parkin per la comunicazione senza fili sbocciò a cinque anni, quando iniziò a interessarsi al fascino del telegrafo. A nove anni ottenne il patentino di radioamatore, progettò e costruì da sola la sua strumentazione e fu così che, a quindici anni, fu in grado di passare il test e di conquistare la licenza di primo grado.
Con il Radio Act del 1912, negli Stati Uniti fu sancita la necessità di una licenza ufficiale per divenire operatori radio; per quanto ne sappiamo, tra le prime donne a ottenerla in quello stesso anno vi fu anche Mabelle Kelso, immediatamente imbarcata sulla SS Mariposa, nave a vapore della Marina Americana con rotta Seattle-Alaska.
L'assunzione fu ovviamente contestata da alcuni membri del Congresso americano; a seguito di una ulteriore verifica delle sue competenze, l'Ispettore delle Comunicazioni Radio commentò: "Non conosco alcuna legge per cui Miss Kelso non dovrebbe avere la sua posizione" e fu così che, nel 1913, furono impiegate altre 30 donne come operatori radio nelle navi della marina americana.
Negli Stati Uniti degli anni Venti, essere radioamatori fu una vera e propria moda e la maggior parte degli inventori di strumenti musicali elettronici (da Buchla a Moog passando per Alan Robert Pearlman) fu iniziata al mondo del transistor grazie alla costruzione di apparecchi radio casalinghi.
Nel 1939 il grande numero di donne radioamatrici – come M. J. Glass e Olive Heartbug che operarono con le loro stazioni radiofoniche rispettivamente a San Jose (California) e New York a partire dal 1910 – portò l'American Radio Relay League a coniare la Young Ladies Radio League, un club internazionale tutto al femminile che aveva, tra i vari scopi, quello di agevolare il proseguimento dell'erudizione delle donne in materia di comunicazione ed elettronica.
Scriveva Parkin nell'Electrical Experimenter dell'ottobre del 1916:
"Per le donne, quella dell'operatore radio può essere una vocazione, una professione o un utile hobby. Lo studio delle comunicazioni radio è tra i più affascinanti, può essere sostenuto facilmente da una ragazza ed è anche più interessante del telefono e del lavoro telegrafico, campi in cui lavorano già molte di noi. Ho solo quindici anni e ho imparato il codice morse molti anni fa, facendo pratica pochi minuti al giorno. Ho studiato e ho trovato molto semplice ottenere la mia licenza di primo grado lo scorso aprile. Secondo me, ognuno dovrebbe almeno conoscere il codice Morse: in caso di disastri navali, ad esempio, la conoscenza del codice potrebbe salvare le vite dei passeggeri. Ma l'interesse nella radiofonia non si esaurisce nell'imparare il codice: potete gradualmente imparare a costruire i vostri strumenti, come ho fatto io con il mio set da 1/4 kilowatt. C'è molto davanti a noi: la radiofonia è appena nata".
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Il libro consigliato:
Caroline Mitchell,Women and Radio, Airing Differences, Routledge, London&NewYork 2001.
Letture nel web:
• Women in early radio [principale fonte di questo articolo]
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