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Immagine del redattoreJohann Merrich

Piante, satanismo, Apollo 11, sintetizzatore

Aggiornamento: 19 feb 2021

Se volete vedere le vostre piante d'appartamento più rigogliose, dovreste far ascoltare loro un disco molto particolare creato negli anni Settanta...



Mother Earth Plantasia – Warm Earth Music for plants... and the people who love them, è un disco bizzarro composto da Morton Garson nel 1976.

Creato attraverso l'uso di sistemi modulari Moog, l'album non è dedicato alle sole orecchie umane ma è pensato soprattutto per tenere compagnia alle piante.


Il lavoro di Garson fu, in prima battuta, un flop incredibile: Mother Earth Plantasia non fu mai distribuito dai negozi di dischi perché concepito come strumento promozionale del vivaio Sears di Los Angeles; chiunque avesse acquistato una pianta avrebbe ricevuto in dono la collezione di speciali composizioni che avrebbero dovuto aiutare gli amici verdi a crescere forti e rigogliosi.


Con il trascorrere delle decadi, questo strambo lavoro è diventato un oscuro oggetto di culto per gli amanti della primavera elettronica: nel 2019, Mother Earth Plantasia ha visto una nuova ristampa curata in vinile dall'etichetta Sacred Bones, scrigno newyorkese che propone nel suo catalogo artisti come John Carpenter, Julie Cruise e David Lynch... Così, per darti un'idea dell'ambiente psicologico proposto dalla label.





Tra i primi alfieri dei sistemi modulari Moog, a metà degli anni Sessanta, Garson lavora come arrangiatore al fianco di star del calibro di Doris Day. Non appena scoperta la nuova invenzione musicale firmata Bob Moog, non esita a includere le sonorità sintetiche nelle sue incisioni dando alla luce album ibridi come The Zodiac: Cosmic Sounds (1967) che vede pure un'ospitata di Bernie Krause, pioniere elettronico e sodale musicale di Paul Beaver, a sua volta produttore di tanti lavori celebri che accolsero per primi il suono elettronico (tra i vari: Goin' Back dei Byrds, Magical Mistery Tour dei Beatles, senza dimenticare gli effetti sonori di Star Trek). Anche questo disco, dedicato ai segni dello zodiaco, è dotato di un eloquente sottotitolo: “Must be played in the dark”, affermazione che ci introduce diritta dritta nel contesto psichedelico in cui opera Garson.





Ancora assieme a Krause, l'anno successivo Garson decide di creare The Wozard of Iz, un'opera elettronica satirica piena di "negative vibrations" :))) ispirata al film Il Mago di Oz.

A questo punto della nostra Breve Storia, per capire meglio dove siamo andati a finire partendo da un disco dedicato alle piante, toccherà fare una digressione sui compagni di merende di Garson.



Grandi amici di Bob Moog, Paul Beaver & Bernie Krause erano i più celebri rappresentanti di vendita del brand Moog. Nel 1967 ebbero l'idea di richiedere uno stand all'interno di uno di più grandi festival rock degli anni Sessanta: Monterey, 3 giorni di pace, amore, musica e droga. Come riassumono magistralmente Trevor Pinch e Frank Trocco nel prezioso libro che non mi stancherò mai di consigliarti – Analog Days The invention and the Impact of the Moog Synthesizer:


Per il futuro della musica elettronica Monterey può essere riassunto in 3 concetti chiave: droghe psichedeliche, sintetizzatori Moog e soldi.

Ricorda Krause:


Installammo il sintetizzatore in uno stand, all'aria aperta. Inizialmente il grande macchinario non impressionò nessuno. Man mano che la gente sentiva gli effetti delle droghe, le persone iniziarono ad appostarsi lì attorno... arrivarono da tutte le parti, inclusi i rappresentanti dei Byrds, un paio dei ragazzi dei Beatles, degli Stones e molti altri, tutti provenienti da diversi gruppi. Alla fine, molti di loro finirono col comprare dei synth da noi, proprio lì, sul posto. Credo che vendemmo sei o sette sintetizzatori a 15.000 dollari in un pomeriggio. Fu incredibile. Come si iniziò a spargere la voce, quella stessa notte, il Moog divenne il giocattolo che qualsiasi aspirante rock band doveva possedere.

E così si spiega, più o meno, come mai esplose la grande equazione tra Moog e psichedelia.



Garson non si fece proprio mancare nulla dei cliché degli anni Sessanta e Settanta; con lo pseudonimo di Lucifer, nel 1971 compone Black Mass, concept album frutto della moda oscura di quella California dorata che aveva già visto avviarsi – a metà degli anni Sessanta – fenomeni come quello della Chiesa di Satana, movimento religioso fondato da Anton LaVey che ebbe tra i suoi proseliti la bellissima rivale di Marilyn Monroe: Jayne Mansfield, che la leggenda vuole misteriosamente morta decapitata durante un incidente d'auto nel 1967.



Dopo un Grammy Award guadagnato con la sonorizzazione di Little Prince narrato dalla ruvida voce di Richard Burton (1974), Garson lavorerà sempre più spesso per la televisione, che lo aveva già accolto nel 1969.


E a questo punto giungiamo alla conclusione: forse non tutti sanno che, la colonna sonora proposta dalla CBS per l'allunaggio dell'Apollo 11 fu composta proprio da Garson con i suoi sintetizzatori.


E così, la musica elettronica, per sei minuti e mezzo, accompagnò il primo uomo sulla Luna.




 


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Per saperne di più:

Trevor Pinch, Frank Trocco, Analog Days. The invention and impact of the Moog synthesizer, Harvard University Press 2004 [fonte principale di questo articolo].





 


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